Definire il set “minimo”
Ciò permette di ridurre al massimo l’intervallo di tempo tra l’idea e il rilascio della sua implementazione sul mercato (= massima riduzione del Time to market)
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MVP & ROADMAP
Definire il set “minimo”
Stabilire un ordine di priorità delle funzionalità rimaste fuori dal MVP
Stimare le attività iniziali con maggior precisione
Dare un ordine di grandezza delle attività successive,
Pianificare gli sviluppi garantendo un elapsed più contenuto.
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Dal 2006 la nostra azienda ha come obiettivo quello di riuscire a trasformare l’entusiasmo di un progetto in una soluzione tecnologica che diventi un vero e proprio strumento per evolvere o accelerare il business dei nostri clienti.
Vai su GiunecoIl primo passaggio del nostro processo è la realizzazione di un workshop. Questa attività, presente in quasi tutti i nostri servizi, ci permette di definire al meglio le richieste e garantire un ordine di priorità chiaro e ben delineato.
L’attività di workshop si può svolgere sia in presenza che da remoto, la forma ibrida è sconsigliata in quanto non permette una corretta valorizzazione dell’opinione e delle idee di tutti i partecipanti.
Una prima riunione, spesso strutturata su più giorni in base alla dimensione del problema che andremo a risolvere, viene organizzata in modo che possa coinvolgere tutti gli attori che saranno poi interessati e che dovranno interagire con il progetto o il prodotto stesso.
La presenza di persone di ruoli diversi, a partire dal top management fino ad arrivare all’utilizzatore finale, è fondamentale per:
In questa riunione un nostro consulente, con il ruolo di “facilitatore” e coinvolgendo tutti i presenti, fa emergere le funzionalità a livello macro e micro che desideriamo implementare nel software finale. L’idea è quella di partire dalle funzionalità per poi andare a ritroso nel capire gli attori coinvolti e l’impatto che ci si aspetta, con una tecnica che si basa sui principi definiti dalle metodolgie dell‘eventstorming e dell’impact mapping.
Lo scopo di questa fase è quello di far emergere quelli che sono gli eventi che il sistema informatico dovrà gestire, per poi definire in che modo possano essere scatenati (ad esempio tramite la pressione di un pulsante) e infine quale utente possa scatenare l’azione. Questa aggregazione di “cosa succede”, “quando succede” e “da chi viene scatenato” rappresenta uno step necessario alla modellazione dell’intero processo di business, che viene creato a partire dall’indagine dei punti di vista dei partecipanti e validato nel corso della riunione.
A partire dai singoli “aggregati”, emersi nel corso dello step precedente, il nostro facilitatore si occupa di effettuare, sempre con l’aiuto e il coinvolgimento di tutti i partecipanti, un’opera di raggruppamento o di clusterizzazione, che permette di
Queste macro-funzionalità vengono quindi riportate in un nuovo schema, per rappresentare ciò che il progetto o il prodotto software sarà in grado di realizzare.
Dopo questa prima fase lo scopo del workshop si modifica; invece, di essere veicolo di espansione, richiedendo lo sforzo dai partecipanti nel produrre nuove idee in un’ottica di brainstorming, passa a una contrazione, si cerca cioè di definire quello che sarà il minimo set di funzionalità che possa permettere all’utente finale di percepire il valore della soluzione proposta.
Ciò permette di ridurre al massimo l’intervallo di tempo tra l’idea e il rilascio della sua implementazione sul mercato (= massima riduzione del Time to market)
Servirà per impostare le milestone successive nell’ottica di andare a definire una prima roadmap di progetto.
Dopo questa ulteriore fase il processo di workshop si può ritenere completato e inizieranno le fasi di prototipazione, definizione dei flussi ed infine la stesura del business blue print.
Queste fasi successive serviranno per produrre tutti i deliverable necessari per quindi poter arrivare ad ottenere un documento di specifica tecnica e funzionale chiaro ed esauriente e che possa permettere di realizzare una stima chiara e puntale dei passi successivi e di fa iniziare nel migliore dei modi l’effettivo processo di sviluppo.
EventStorming è un formato di workshop flessibile che consente e favorisce la collaborazione tra professionisti con competenze, skills e background diversi.
Ecco per che cosa è efficace.
Impact Mapping è una tecnica di pianificazione e collaborazione fortemente orientata al mondo dell’informatica e tecnologico. Basa la sua forza ed efficacia sulla progettazione dell’interazione dell’utente, sulla pianificazione guidata dai risultati e sulla mappatura mentale.
Ecco le sue caratteristiche.
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